La qualità dell’aria in Lombardia continua a migliorare.
Il 18 Gennaio 2022, durante la conferenza stampa presieduta dall’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia, Dott. Raffaele Cattaneo, sono stati presentati alcuni dati preliminari sulla qualità dell’aria in Lombardia per l’anno 2021…
Presentati i dati preliminari sulla qualità dell’aria in Lombardia per l’anno 2021
Nel 2021, nonostante le condizioni meteo maggiormente sfavorevoli alla dispersione dell’inquinamento atmosferico si è confermato il trend in miglioramento sia per il particolato che per i biossidi di azoto. Per i biossidi di azoto peraltro sono stati registrati i valori più bassi di sempre. Questi miglioramenti però, come sottolineato dal report di legambiente (link), non sono sufficienti a raggiungere gli standard internazionali fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la protezione della salute umanae che risultano generalmente più stringenti rispetto a quelli imposti dalla normativa italiana.
Dal rapporto “Qualità dell’aria – un primo bilancio del 2021” (vedi qui) si apprende che in generale sono stati rispettati i limiti di legge nazionali per la maggior parte degli inquinanti ad eccezione di alcune criticità. Gli inquinanti previsti dalla normativa e oggetto di analisi sono: PM10 (particolato formato da particelle con dimensioni minori di 10 µm), PM2.5 (particolato formato da particelle con dimensioni minori di 2.5 µm), NO2 (biossido di azoto) e O3 (Ozono).
Situazioni più critiche
PM10
37 µg/m³
Concentrazione media annuale misurata nella provincia di Milano, considerando la stazione paggiore.
PM2.5
66 giorni
Numero di giorni totali in cui è stato superato il limite sulla media giornaliera di 50 µg/m³, per la provincia di Cremona, considerando la stazione paggiore.
NO2
44 µg/m³
Concentrazione media annuale misurata nella provincia di Milano, considerando la stazione paggiore.
O3
90 giorni
Giorni con la massima media mobile su 8 ore superiore a 120 µg/m³ nella provincia di Lecco, considerando la stazione paggiore.
Durante la presentazione, sono state inoltre sintetizate le conclusioni del progetto Supersiti 2021 per la comprensione dei meccanismi di formazione, trasformazione e trasporto degli inquinanti in atmosfera e riassunte le fasi operative del progetto Ammoniaca (NH3) focalizzato sulle emissioni di NH3 del comparto zootecnico allo scopo di evidenziare il ruolo dell’ammoniaca nella formazione del particolato atmosferico di origine secondaria. Entrambi gli studi convergono sulla necessità di una campagna mirata per la riduzione delle emissioni di ammoniaca e degli ossidi di azoto al fine di migliorare la qualità dell’aria lombarda. Il team di AgrImOnIA sta seguendo attentamente il progetto Ammoniaca per via dei numerosi punti di contatto. Lo studio, diretto da ARPA Lombardia e attivo dal 2017, prevede di avviare un’attività di monitoraggio, analisi dei dati e raccolta di informazioni sulle emissioni ed immissioni di NH3 del comparto zootecnico allo scopo di evidenziare il ruolo dell’ammoniaca nella formazione del particolato atmosferico di origine secondaria (ovvero non emesso direttamente dalle attività antropiche o naturali ma dalla reattività di specie gassose precedentemente emesse). Lo studio e la valutazione delle diverse tecniche adottate permetteranno di individuare le modalità di gestione delle attività zootecniche meno impattanti sulla qualità dell’aria. I risultati delle prime fasi del progetto hanno consentito di supportare con dati tecnico-scientifici l’individuazione delle modalità di spandimento con iniezione diretta degli effluenti zootecnici nel terreno agricolo come meno impattanti rispetto alla tecnica che prevede lo spandimento superficiale e successivo interramento.
Vediamo nel dettaglio il comportamento per i diversi unquinanti nel 2021:
PM10
Le concentrazioni medie annue di PM10 misurate in tutte le stazioni del territorio regionale hanno rispettato il valore limite di 40 µg/m³. Sono invece emerse delle criticità legate alle medie giornaliere in quanto superiori alla soglia massima di 50 µg/m³ che non deve essere superata per più di 35 giorni all’anno. Dal grafico è possibile vedere il numero di superamenti per gli anni 2020 e 2021, per ogni provincia viene riportata la stazione caratterizzata dalle concentrazioni più elevate. Cremona risulta essere la provincia con le concentrazioni più elevate, facendo registrare in nel 2021 più di due mesi (66 giorni) di superamento della soglia stabilita per la protezione della salute umana, seguita dalle città di Milano (61 giorni), Lodi (60 giorni) e Brescia (59 giorni). In confronto all’anno precedente e in generale sugli anni dal 2006 al 2021, si osserva la presenza di un trend di diminuzione del numero di giorni per tutti i capoluoghi lombardia. Ad esempio nel 2002 il 37% delle medie giornaliere della stazione “Milano-Verziere” superava la soglia dei 50 µg/m3, nel 2021 solamente il 5% (Fonte: Arpa Lombardia).
PM2.5
Le concentrazioni medie annue di PM2.5, calcolate sul 2021, sono state inferiori al valore limite di 25 µg/m3, in tutte le stazioni del programma di valutazione regionale, con la sola eccezione di Cremona.Anche per il particolato atmosferico di dimensione inferiore a 2.5 micrometri le situazioni peggiori si registrano nelle province di Cremona, Milano, Lodi, Brescia. Il trend di lungo periodo si conferma in diminuzione.
Biossido di azoto (NO2)
Le concentrazioni medie annue di NO2, calcolate sul 2021, hanno superato il limite di 40 µg/m3 solo a Brescia e Milano e risulta rispettato praticamente in tutto il territorio regionale (ad eccezione di Sesto San Giovanni) il limite di superamento della media oraria di 200 µg/m3, che la norma fissa in non più di 18 ore l’anno.
Ozono (O3)
Per l’Ozono (O3) il 2021 ha fatto registrare una situazione migliore rispetto al 2020 in riferimento al numero di superamenti delle soglie di informazione e di allarme. Si sono però registrati diffusi superamenti del valore obiettivo per la protezione della salute, fissato a non più di 25 giorni con la massima media mobile su 8 ore superiore a 120 µg/m3. Il seguente grafico mostra il numero di giorni interessati considerando le stazioni caratterizzate dalle concentrazioni più elevate di ogni provincia.
CONCLUSIONE
Possiamo essere ottimisti per il prossimo futuro, perché nonostante si siano verificate situazioni di criticità locali e una crescita del pil del 6,5% nell’anno 2020-2021 (link) i livelli di inquinamento in Lombardia migliorano rispetto all’anno precedente e confermano un trend di miglioramento della qualità dell’aria. Inoltre, alla luce degli studi e delle ricerche che si stanno conducendo in questi anni (vedi articolo, articolo), emerge come il ruolo della filiera zootecnica sia rilevante nel processo della formazioni di inquinanti in atmosfera nel bacino padano, specialmente per il PM10. Ci aspettiamo che la standardizzazione di pratiche agricole e lo sviluppo di nuove tecniche per la gestione dei liquami e reflui degli allevamenti, così come l’agricoltura di precisione, saranno fattori determinanti per mitigare le criticità rilevate per la qualità dell’aria. In questo senso anche i recenti sforzi normativi, come la creazione del Ministero della Transizione Ecologica, gli incentivi economici per l’efficientamento energetico, e la crescente sensibilizzazione della società civile saranno cruciali nei prossimi anni per migliorare ulteriormente la qualità dell’aria e provare a rispettare i limiti di legge fissati dall’OMS. Lo sforzo per continuare su questa strada di miglioramento per raggiungere gli standard comunitari deve venire non solo dal legislatore o dalle attività economiche ma anche da tutti noi, perché qualità dell’aria significa anche qualità della vita (report).
9 Febbraio 2022